lunedì 19 luglio 2010

IL DIARIO DELL'UOMO

Oggi il cielo è gonfio e tetro, delle enormi nuvole grigie premono sugli alberi in lontananza. Ma mi sono rasserenato perché Lui mi ha detto che non cadranno e la sensazione di oppressione che ho provato al mio risveglio si è dileguata. Eva mi guarda continuamente con occhi strani, non capisco cosa voglia, è come se stesse aspettando qualcosa che non arriva mai. é strano questo essere che mi hanno messo accanto, è vicina e lontana allo stesso tempo, credo che in fondo sia diversa da me tanto quanto gli altri animali del giardino. Però verso di lei provo qualcosa, una sensazione di necessità.

Ieri ha passato tutta la giornata a dare il nome ai colori, era carina mentre saltellava da un’albero all’altro cinguettando "queste sono foglie e sono VERDI", "questo invece è un frutto e lo chiamerò GIALLO", "il colore del cielo sarà AZZURRO e i tuoi occhi Adamo, va bene se li chiamo NERI?".
In fondo non è stata una completa perdita di tempo, magari che le farfalle siano ARANCIONI non è molto utile, ma nel momento in cui ho fame e le chiedo di porgermi un frutto, sarà più facile spiegare quale voglio.
"Eva, vorrei il frutto rosso."
Ovviamente era un esempio, il frutto che Eva ha descritto come rosso, non lo possiamo mangiare. Però tutti gli altri sì.

Ora le nuvole si sono aperte. Spunta di nuovo il sole. Che si chiama sole lo ha deciso Lui, come che io mi chiamo uomo e Eva donna. Il sole mi piace, peccato che non sia un essere vivente, altrimenti tenterei di addomesticarlo. Inizialmente in verità ho provato a lungo a catturarlo, perchè è piuttosto lento e se il cielo è terso non ha dove nascondersi ma ogni sforzo è stato vano. Più mi impegnavo nel raggiungerlo più esso si vendicava con un calore che a un certo punto non mi è più stato sopportabile, però mi dispiace di non avercela fatta perchè mi sarebbe piaciuto farne dono ad Eva che sicuramente lo avrebbe messo in un punto carino dell’antro in cui viviamo.

Eva in queste cose è molto brava, ora sta intrecciando delle liane. Dice che ci farà un’altalena. Non che io sappia cosa sia un’altalena ma conoscendola dubito sia qualcosa con cui procacciarsi il cibo.
È così frivola a volte.

A.

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