lunedì 2 maggio 2011

Questi sono mesi muti.

C'è una citazione di Kundera, una foto di Daguerre,  i ricordi di un estraneo. Un gran casino. Muto. L'idea bizzarra della Madonna accampata in un cratere lunare, un ciondolo che non è di brillanti ma dice di esserlo, c'è la storia di un uomo che parla con i gatti e di un altro che non fa l'amore con una donna che a letto legge Marx. Dei pini rubati dalle radici del Vesuvio. Ci sono parole di cui non trovo l'inverso, altre di cui non capisco il significato. Ci sono uomini che dipingono il miglior futuro possibile e donne fatte di cielo. Rabbini che volano e mucche che suonano il violino. C'è un enorme buco nero in cui destra e sinistra sprofondano continuamente. C'è un gatto. C'è una ragazza che non paga per ridere. La gioia di non ricordare un profumo. Milioni di domande, milioni. La paura del tempo che passa senza portare risposte. Il vuoto da riempire. Il vuoto che cresce proporzionalmente a ciò con cui lo riempi. Il bisogno di svuotare quel vuoto. Basterebbe un solo spettatore per fare di ogni pezzo di carta una tela, di ogni parola una poesia. Tutto è inutile, nulla è inutile. Un mare di latte intorno. Silenzio bianco.
Se mi perdo mi hanno detto di rimanere ferma dove sono, e aspettare. Non mi hanno mai detto quanto. 

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